Estrattore a freddo, centrifuga o frullatore?

Estrattore a freddo, centrifuga o frullatore?

Spesso si sente parlare dei benefici apportati al nostro organismo dal consumo di frutta e verdura e, particolarmente negli ultimi anni, la preparazione di estratti, centrifugati e frullati è diventata quasi una moda, ma non tutti sanno qual è la differenza tra essi.

Procediamo con ordine descrivendo brevemente gli strumenti che permettono l’ottenimento di questi prodotti: l’estrattore a freddo, la centrifuga e il frullatore.

 

L’estrattore a freddo o slow juicer

È sicuramente l’elettrodomestico che ha recentemente subito una maggiore impennata nelle vendite rispetto agli altri due. La lenta rotazione di un componente chiamato coclea (simile ad una grossa vite) permette la spremitura dell’alimento introdotto nell’apparecchio. A valle della coclea sono posizionati due beccucci, uno dedicato al succo e l’altro al residuo fibroso, entrambi verranno raccolti in due appositi contenitori.

Il lento ruotare della coclea fa sì che durante la spremitura non si generi calore, ciò presenta i seguenti vantaggi:

  1. viene preservato il contenuto di vitamine termolabili (vitamina A, C, E, B1, B2, B5 e B9);
  2. risulta aumentata la resa (quantità di succo ottenuta) della spremitura di circa un terzo rispetto alla centrifuga

In fase di acquisto è raccomandabile verificare che le plastiche utilizzate per la realizzazione dell’apparecchio siano BPA free (ovvero prive di Bisfenolo A, un noto interferente endocrino) e tenere presente che le coclee più resistenti all’usura sono realizzate con una resina commercialmente denominata Ultem.

Aspetto ultimo, ma non meno importante, è il numero di giri al minuto (solitamente da 40 a 100) dichiarato dal produttore: a rotazioni più lente della coclea corrispondono, in linea di principio, spremiture più efficaci in resa.

 

La centrifuga

Diversamente dall’estrattore la centrifuga sminuzza frutta e verdura facendo ruotare rapidamente delle lame, la forza centrifuga spinge l’alimento verso l’esterno dove troverà un filtro disposto in maniera anulare che andrà a separare la componente liquida da quella fibrosa.

Nelle centrifughe la velocità delle lame varia da 6.000 a 18.000 rotazioni al minuto a seconda dei modelli ed è inevitabile che venga prodotto calore durante il loro funzionamento, di conseguenza, nonostante il tempo di utilizzo sia solitamente inferiore rispetto agli estrattori, il contenuto di vitamine termolabili può risentirne.

 

Il frullatore

Anche questo elettrodomestico ha delle lame che ruotando (fino a 30.000 volte al minuto) processano gli alimenti sminuzzandoli ma, in questo caso, la fibra non viene separata, di conseguenza il frullato sarà più denso rispetto ad estratti e centrifugati e la “diluizione” potrà essere effettuata aggiungendo latte o acqua.

Per le sue peculiari caratteristiche è possibile utilizzare il frullatore anche per la frutta che produce poco succo come la banana.

 

La fibra

È indispensabile ricordare che la fibra contenuta in frutta e verdura (frutto-oligosaccaridi, inulina, β-glucani) promuove la crescita nel colon di specie batteriche utili del nostro microbiota intestinale, inoltre essa è in grado di mitigare l’assorbimento degli zuccheri evitando, quindi, picchi glicemici che determinerebbero la secrezione di insulina dalle cellule β del pancreas, aspetto questo da tenere particolarmente in considerazione se si ha un compenso glicometabolico non ottimale (p.es. diabete mellito) o se ci si pone come obiettivo il calo ponderale.

 

Conclusioni

Alla luce di queste considerazioni, a parità di quantità e qualità degli alimenti utilizzati, un estratto sarà sicuramente più ricco di vitamine rispetto ad un centrifugato o ad un frullato, ma quest’ultimo sarà senz’altro più ricco di fibre.

Altro aspetto da non sottovalutare è la scelta delle proporzioni di frutta rispetto alla verdura, un eccesso della prima comporterebbe un’introduzione eccessiva di fruttosio che, con più assunzioni giornaliere, potrebbe essere causa, sul lungo periodo, di steatosi epatica o determinare un aggravamento nei soggetti già affetti da questa patologia.

Le persone sottoposte a chemioterapia devono evitare l’assunzione di antiossidanti (p.es. vitamina C) nella giornata in cui viene loro somministrato il chemioterapico, in quanto essa contrasterebbe l’azione del farmaco sulle cellule cancerose. In questa situazione estratti, centrifugati e frullati sono, dunque, controindicati.