Nel settore agroalimentare, l’obiettivo di ottenere colture con rese di anno in anno migliori,
ha portato ad un aumento dell’utilizzo dei pesticidi. Benché esistano delle normative specifiche,
sia a livello nazionale che comunitario, accade spesso che tracce di questi prodotti siano presenti
nella frutta e verdura che finiscono sulla nostra tavola.
Vediamo quali solo le maniere più efficaci per rimuovere questi residui.
Dallo studio di Zhang, eseguito nel 2007 su cavoli esposti a cloropirifos, p,p-DDT, cipermetrina e clorotalonil,
è risultato che il lavaggio dei cavoli per 20 minuti con una soluzione di acido acetico al 10% è in grado
di rimuovere, rispettivamente, il 79,8%, 65,8%, 74,0% e 75,0% dei suindicati composti, mentre un lavaggio
di pari durata, eseguito con una soluzione di cloruro di sodio al 10%, rimuove rispettivamente
il 67,2%, 65,0%, 73,3% e 74,1% degli stessi pesticidi. Infine, è stato rilevato che il lavaggio con sola
acqua di rubinetto per 20 minuti, ne rimuove rispettivamente il 17,6%, 17,1%, 19,1% e 15,2%.
La soluzione che ha mostrato avere maggiore efficacia nell’eliminazione dei pesticidi è, quindi, quella di acido acetico al 10%.
Uno studio più recente, eseguito da Yang nel 2017, ha dimostrato che il bicarbonato di sodio è il composto che ha maggiore
efficacia nella rimozione dei residui di pesticidi dalle mele.
L’utilizzo di una soluzione di bicarbonato di sodio (10 mg/ml) è stata in grado di rimuovere completamente dalla superficie
della buccia il tiabendazolo (fungicida) ed il phosmet (insetticida) utilizzati alla concentrazione di 125ng/cm2 ed irrorati
nelle 24 ore precedenti. Le tempistiche di rimozione sono state, rispettivamente di 12 e 15 minuti.
Ciò nonostante è stato appurato che il tiabendazolo, un pesticida sistemico (che viene traslocato dalla pianta al frutto),
è in grado di penetrare nella buccia 4 volte più del phosmet, un pesticida non sistemico (che agisce solo sulla superficie trattata).
Di conseguenza, al termine di questo lavaggio con bicarbonato, nelle mele è stata riscontrata la presenza del 20% del
tiabendazolo ed il 4,4% del phosmet utilizzati.
Hanno mostrato minore efficacia nel rimuovere dalla buccia delle mele i sopraelencati pesticidi: l’acqua di rubinetto ed
una soluzione di sodio ipoclorito (candeggina) utilizzata per 2 minuti.
Sbucciare le mele consente di rimuovere una ulteriore quota dei pesticidi penetrati nella buccia, ad ogni modo,
in questa maniera, si perdono anche i composti bioattivi (p.es.: triterpenoidi e quercetina) in essa contenuti.
A questo proposito è bene ricordare che uno studio compiuto da Ebert presso l’università dello Iowa, ha dimostrato
che l’acido ursolico (un triterpenoide contenuto nella buccia delle mele) è in grado di ridurre l’attività del fattore di
trascrizione ATF4 considerato un mediatore della atrofia muscolare e della debolezza legati all’invecchiamento.
La quercetina è, invece, un potente antiossidante con proprietà antiproliferative.
Una valida alternativa alla rimozione della buccia è quella di consumare prodotti provenienti da agricoltura
biologica tenendo sempre presente che, fino a nuove disposizioni della comunità europea, l’utilizzo del solfato
di rame (verderame) è ammesso anche per questo tipo di colture, motivo per cui un accurato lavaggio
è comunque consigliabile.
Fonti:
Yang et al. 2017 Effectiveness of Commercial and Homemade Washing Agents in Removing Pesticide
Residues on and in Apples – J. Agric. Food Chem.2017, 65, 44, 9744-9752
Ebert et al. 2015 Identification and Small Molecule Inhibition of an ATF4-dependent Pathway to Age-related
Skeletal Muscle Weakness and Atrophy – J Biol Chem. 2015 Oct 16;290(42):25497-511
Zhang et al. 2007 Effects of home preparation on pesticide residues in cabbage Food control, volume 18, issue 12